Benvenuti ad un altro interessantissimo appuntamento con le nostre “Interviste di Liuteria”, oggi ho il piacere di ospitare su chitarrepersonalizzate.it Paolo Lardera di Blackbeard Guitars.
E’ un grande piacere per me che Paolo si sia reso disponibile a due chiacchiere ed abbia risposto alle canoniche “8 domande”.
Ho incontrato Paolo al Music Wall di Pizzighettone (l’Edizione del 2019), lui non se lo ricorderà, ma per me è stato un grande piacere conoscerlo.
Ero lì, oltre che da appassionato, come curatore della verniciatura degli Strumenti SP Guitars, e girando tra le postazioni degli espositori, nella bellissima cornice delle CaseMatte, ha colto la mia curiosità una bellissima Telecaster. La prima parola che ancora oggi mi viene in mente per descriverla è Viscerale, penso avesse il body in pino, venature e nodi caratterizzavano lo strumento ed una finitura minimal (penso fosse ad olio) le faceva da vestito.
E’ ancora oggi la Tele che vorrei possedere in mezzo alle tante proposte presenti sul mercato, mi sono avvicinato allo Stand ed ho scambiato due parole con Paolo senza neppure presentarmi, lui è stato molto cordiale e da quel momento non ci siamo più incontrati (complice anche la difficile situazione del 2020).
Io ho continuato a seguire Paolo e le sue bellissime creature firmate Blackbeard Guitars su Facebook principalmente ed ho intuito che un principio fondamentale per farsi strada in questo campo è avere una forte identità, gli strumenti devono trasudare una personalità tutta loro, un carattere a toni decisi e non essere immersi nel grigiume a cui la standardizzazione ci ha abituati.
Questo è uno dei motivi che mi ha spinto a ricontattare Paolo ed invitarlo virtualmente su questa rubrica, un ringraziamento va a lui ed alla sua disponibilità. Buona lettura:
1) Ciao PAOLO , innanzitutto grazie per aver accettato questa intervista, raccontaci un po’ di te, di come hai iniziato a fare questo mestiere, di come sei entrato in questa grandissima forma di Arte.
Ciao a tutti. Mi ha sempre affascinato il capire come funzionano le cose e ho sempre smontato/rimontato/cercato di costruire qualunque cosa mi appassionasse: motorini, automobili, macchine fotografiche, acquari … e alla fine : Chitarre. Da questa ricerca/sperimentazione sono passato alla professione vera e propria grazie a una serie di coincidenze e a un colpo di fortuna… il resto, cioè il fatto che abbia funzionato abbastanza bene credo sia merito mio 🙂
2) Quale è la tua filosofia costruttiva? Quali sono le caratteristiche e le peculiarità che contraddistinguono le tue chitarre? Raccontaci anche un po’ di te e del posto in cui lavori e crei.
La mia filosofia è ; “Fai quel che puoi, con ciò che hai, dove sei”… cerco sempre di seguire le linee che i materiali e i pezzi singoli mi suggeriscono, cercando di rispettarne la natura. Se ho qualcosa di balzano in mente cerco qualcosa che già si presti a un progetto simile piuttosto che “forzare la mano” rischiando risultati innaturali.
Il mio laboratorio è piccolo e caotico ma è come se ci fossi nato e non mi sento MAI fuori posto.
3) Se devi citare il nome o i nomi di chi ti ha ispirato e spinto a diventare quello che sei oggi come liutaio, chi citeresti?
Non c’è un “ispiratore” ma ci sono alcuni colleghi che stimo e che prendo spesso come riferimento… professionisti che malgrado abbiano raggiunto livelli molto alti e anche una certa notorietà sono sempre rimasti “uomini e artigiani”… merito della passione. Due nomi : Andrea Ballarin (Manne) e Daniele Fierro (Jacaranda)
4) Quali legni prediligi per la costruzione dei tuoi strumenti? Se vuoi, raccontaci qualche aneddoto costruttivo o una fase che ti sta particolarmente a cuore nella creazione dei tuoi strumenti.
Quasi tutti i legni si prestano… io sono un po’ restio a usare alcuni dei “classici” perchè mi ispirano poco… ontano, mogano non li prediligo.
Mi piacciono molto i legni “umili” Pino, Frassino, Castagno, Pioppo. Ma ogni pezzo fa storia a se. Mi piace tantissimo riutilizzare legni già “usati” che hanno una storia precendente (casse, stipiti, travi) ma è difficile trovare materiale adeguato.. e anche materiali considerati “inutilizzabili” come il legno tarlato.
Il “prevedere” e “traguardare” lo strumento finito attraverso maschere e accostando i pezzi è la fase più interessante.
La prima pennata attaccati all’ampli è il momento “clou” di tutto il processo.
5) Che modelli di chitarre prediligi e perché? Quali sono i modelli e i numeri della tua produzione? Se vuoi presentaceli.
La tele la fa da padrona. Mi ha sempre affascinato nella sua semplicità ma anche nella sua estrema duttilità. Storicamente è stata presentata in un infinità di varianti e questo la rende il territorio adatto per qualunque elaborazione. Single coils, humbucker, bigsby, thinline, scala corta, baritona… ci puoi fare tutto e rimane sempre una tele.
Un altro modello che mi da un sacco di spunti è quello che ho “derivato” dalla forma firebird. Le mie si chiamano FIREBEARD e hanno alcune modifiche stilistiche e costruttive. Ci faccio quello che è meno adatto da ricavare da una tele.. scale corte, minihumbucker, scelte stilistiche un po’ più ardite e si prestano molto bene ad accoppiamenti di legni diversi dato il tipo di costruzione “a scalini”.
E non dimentichiamo i BASSI. Mi danno sempre molta soddisfazione anche se non se ne vendono così tanti come le chitarre… si sa.
6) Come vedi il mondo della liuteria, nel contesto attuale? E come lo hai visto cambiare negli anni della tua professione?
Nel contesto attuale siamo assolutamente una nicchia.
Quando ho cominciato (circa 10 anni fa) questo settore stava uscendo da un periodo di assoluto splendore iniziato negli anni ’90 quando la liuteria voleva dire TANTE BELLE CHITARRE e i musicisti le compravano in numero decisamente maggiore di oggi.
Oggigiorno i grandi brand sono tornati a farla da padroni, complice la produzione orientale che si è alzata notevolmente di livello e la piattezza culturale e l’omologazione che serpeggia sempre di più.
Non è un gran momento… se vuoi produrre devi fare qualcosa che i grandi marchi non possono imitare (o non gli conviene farlo) e deve essere assolutamente personale. Ed è FONDAMENTALE trovare i clienti che apprezzano tutto ciò.
7) Oltre alla conoscenza e all’esperienza cosa serve per essere/diventare un grande Liutaio?
Non lo so… non sono un grande liutaio… sono solo un onesto costruttore di chitarre ! Ma sicuramente la fortuna aiuta.
8) Infine, ringraziandoti nuovamente per la gentilezza con cui ti sei prestato a questa intervista, vorrei porti un’ultima domanda: qual è il tuo modo di pubblicizzarti e far conoscere il tuo lavoro?
Il veicolo principale è senza dubbio internet. Primariamente il sito web e facebook… nel mio caso secondariamente instagram. E’ però irrinunciabile il passaparola e le opinioni di chi ha provato o possiede gli strumenti. E devono essere per il 99% opinioni positive… oggigiorno ci metti anni per costruirti una buona reputazione ma ci vuole molto poco perchè si rovini ed è difficile controllare tutto quel che si dice in rete.
A mio avviso vale molto poco l’endorsement a meno che non si “peschi” un pesce veramente grosso!
GRAZIE MILLE PAOLO ! E di nuovo complimenti per il tuo bellissimo lavoro!
Non ci resta che invitarvi tutti a visitare il sito di Blackbeard Guitars: www.chitarrebarbanera.it .